Tra sofferenza e follia: Joker


Lo stand-alone sul villain intramontabile della Dc-Comics.
La sofferenza dell'uomo qualunque divenuta follia
Dalle origini alle conquiste, dalla sofferenza alla follia, dalla follia all’omicidio.
Tragedia, commedia, allegria, dolore. Cosa accomuna queste quattro parole? Sicuramente lo stato d’animo. Ora, invece, se menziono la parola America, vi verranno sicuramente in mente il paesaggio suggestivo ed i simboli di questo Paese. Immaginate quindi l’atmosfera coinvolgente di New York, avete presente? La statua della libertà, l’Empire State Building e Central Park? Bene, ora immaginate, in una stanza di un appartamento, di un palazzo di un quartiere di periferia, un uomo. L’uomo ora sta ridendo, dopo un po’ di tempo, l’uomo sta ancora ridendo. Ad un certo punto, l’uomo cessa di ridere. Ora piange. Perché piange quest’uomo? È morto un suo caro parente? O forse è stato avvisato di uno spiacevole fatto? Ora, immaginate lo stesso uomo in uno studio televisivo. Rivela che è il responsabile dell’omicidio di tre persone. Mentre il programma televisivo è in onda, uccide il conduttore. Perché questo uomo dovrebbe prima piangere e dopo uccidere?
Il film “Joker”, uscito nel 2019 e riconosciuto con due Premi Oscar, descrive saggiamente questo passaggio.
"Spero solamente che la mia morte sia più sensata della mia vita", così esordisce il capolavoro della Warner Bros. Già si intravede la follia di uno psicopatico criminale, la follia di un omicida, la follia di un uomo discriminato. Joker, quando non era ancora un criminale, era un clown, un clown perennemente infelice, ma costretto a sorridere sempre durante le ore di lavoro. I passanti lo discriminavano per le sue condizioni socio-economiche, percuotendolo o insultandolo; mentre venivano eseguiti questi crimini, Joker doveva sempre essere felice, poteva soffrire, ma in silenzio. La sua figura veniva oppressa, ma lui, ogni volta, si risollevava più forte e folle di prima.
L'inizio della sofferenza non nasce a seguito di questi episodi, bensì molto tempo prima.
Il tutto ha inizio durante la sua infanzia, quando veniva picchiato da suo padre, mentre sua madre non riusciva a proteggerlo. Con lo scorrere del tempo, Joker inevitabilmente diviene folle. Una follia che, pian piano, si è evoluta, una follia sempre più evidente, ma una follia strettamente legata alla realtà. In questa realtà l’individuo più povero viene preso di mira, discriminato per un tic nervoso, un tic che lo ha condannato anche altre volte, su un treno per esempio: Arthur si ritrova con tre uomini in un vagone, questi ultimi iniziano a picchiarlo perché continua ridere; Arthur, però, riesce a reagire, assassinando i tre uomini. È qui che inizia il suo percorso da omicida che continuerà con l’uccisione della madre e del conduttore televisivo. Nel susseguirsi delle scene è evidente come la pazzia porta Arthur ad immaginare una relazione amorosa con la vicina di casa, che di fatto non avviene.
Il protagonista deciderà di innescare una rivoluzione per le strade, con manifestanti truccati da clown. Arthur non accetta le disuguaglianze sociali, quelle differenze che alimentano il crimine e la follia. Le ingiustizie creano mostri e nel film creano il Joker che conosciamo noi: folle ed omicida.
Inizialmente le sue intenzioni sono quelle di suicidarsi, ma, raggiungendo il limite massimo, capisce che non avrebbe senso morire: deve prima farla pagare a tutti coloro che lo hanno disprezzato. Qui allora Joker vuole vendetta, una vendetta folle che rivoluzioni la società.
Joker rappresenta la felicità umana sul filo di un rasoio. Una volta che raggiunta, la si perde immediatamente: Arthur era felice solamente quando guardava uno show comico in tv, ma quando il conduttore lo deride, diventa un suo nemico ed è lì che Joker decide di ucciderlo. Per lui la vita è una commedia, una volta ucciso il conduttore televisivo, Joker ride sinceramente, ha ormai completato il suo fallimento come comico: ora inizia una nuova vita, una vita dedicata solamente al crimine. Joker non è altro che la scintilla che farà muovere intere masse travestite da clown per le strade. Nella confusione generale, Joker viene arrestato, ma sulla strada la volante della polizia viene fermata e lui da lì estratto, così si alza e si spalma sulle guance il sangue colato dalla fronte, creando l’iconico sorriso rosso che tutti conosciamo. La popolazione povera lo vedrà come leader indiscusso, l’unico che, secondo loro, potrà ristabilire un equilibrio.
Ma come può, un folle, riportare quel perfetto equilibrio, tra ordine e disordine?

17/01/2021

Articolo a cura di

Davide Garofoli

IL BANFO

Social:

Dove Siamo:

Via Adda, 6, Vimercate

Contattaci:

Sito Realizzato da "Il Banfo" | 2021 Tutti i diritti riservati.