È ormai giunta al termine la 72° edizione del festival più conosciuto d'Italia: il Festival di Sanremo, che si è conclusa con la fantastica vittoria di Blanco e Mamhood e del loro brano “Brividi”. Ma riuscite a immaginare quanto sia cambiato dalla prima edizione ad adesso che ne sono passate 72?
La prima edizione del festival si svolse nell'ormai lontano 1951: all’epoca era totalmente diverso da quello che vediamo noi oggi. Consisteva infatti in una serata unica, che si svolgeva nel Casinò di Sanremo. In quell’occasione il locale si riempiva di gente che mangiava e giocava mentre 3 cantanti cantavano a turno le loro 10 canzoni. Alla fine della serata veniva premiata la canzone più bella della serata. I cantanti di quell’anno erano Nilla Pizzi (che poi vinse con in brano “Grazie dei fiori”), Achille Togliani e il Duo Fasano.
Fino al 1954 venne trasmesso in via radiofonica, ma da quell’anno entrò stabilmente nel palinsesto televisivo annuale.
Qualche anno dopo, nel 1961, accadde un evento che cambiò la storia: per la prima volta il festival venne condotto da due donne, Lilly Lembo e Giuliana Calambra. Ciò non avverrà più fino al 1986, quando sarà scelta Loretta Goggi per condurre l’edizione.
L’edizione numero 26, quella del 1977 vide l’ormai famoso festival spostarsi di location a causa di una ristrutturazione al casinò. Infatti venne per la prima volta trasmessa la diretta dal Teatro Ariston, dove tutt’ora si svolge. In quell’edizione le 12 canzoni si scontrarono in “duelli” e una giuria composta da 25 persone giudicò istantaneamente le canzoni, ammettendo questo o quel brano al turno successivo. Questa edizione fu speciale anche per un secondo motivo non meno importante: infatti fu la prima finalmente trasmessa a colori anche in Italia, mentre all’estero lo era già da qualche tempo.
Nel 1980, per la trentesima edizione, si decise di sostituire l’orchestra reale con basi registrate, e questa meccanica si manterrà per 10 edizioni. Però, nel 1990, si riconosce l’importanza di un’orchestra dal vivo e viene reintegrata a pieno titolo.
Dal 1993 venne istituita la categoria “Sanremo Giovani”: in questo secondo festival i cantanti più giovani hanno la possibilità di presentare i loro singoli inediti e i più talentuosi vengono scelti per partecipare l’anno seguente nella categoria “Big”, cioè tra i cantanti principali.
L’edizione N.46 del 1996 rappresentò una grande svolta per i giovani cantanti alle prime armi: infatti venne loro dedicato un concorso vero e proprio differente da quello principale. Venne anche dedicato alla grandiosa cantante Mia Martini il premio della critica per il miglior testo.
Nel 2004, oltre al voto delle giurie ordinarie, venne istituito il telefono popolare via messaggi. Ancora oggi è il mezzo tramite il quale tutti noi possiamo esprimere la nostra opinione anche riguardo al mondo della musica.
Nel 2012, arrivati ormai alla 62esima edizione, il Festival sbarca sui social. Da allora, ogni anno le piattaforme digitali si riempiono di storie dei cantanti in gara e retroscena che ci aiutano a immedesimarci nell’atmosfera dell’Ariston. I social hanno dato un ingente aiuto al festival nell’aumentare la propria popolarità.
Dall’anno dopo il festival accetterà 2 canzoni per cantante, delle quali solamente una continuerà la gara per arrivare allo scontro vero e proprio.
La sessantacinquesima edizione prese finalmente la forma che conosciamo noi oggi: ogni cantante infatti aveva la possibilità di portare solo una canzone in gara, ma il numero di artisti fu portato a 20, i cui brani vennero giudicati dalle giurie Demoscopica, Sala Stampa ed Esperti e dal televoto. Ma questo festival fu caratterizzato da ritorno del privilegio per il vincitore di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, ovvero una gara a livello europeo per eleggere la canzone migliore. Non è che prima non partecipassimo, ma la selezione veniva fatta esternamente.
Quindi, come potete vedere, il Festival ha subito grosse modifiche, ma gli ascolti non sono sempre stati dei migliori, anzi si era arrivati a un punto in cui non era più ritenuto importante e lo share era tra i più bassi di sempre.
Già alla fine degli anni ‘90 il festival era guardato da poche persone, addirittura i cantanti non erano interessati ad andarci perché non sarebbe fruttato loro nulla in vendite; e persino la qualità delle canzoni era relativamente bassa.
La situazione non cambiò molto negli anni successivi, i primi del 2000: nonostante il continuo rinnovamento dei conduttori e dello show, il programma era perennemente in crisi di ascolti. Secondo il giornalista musicale Emiliano Colasanti in un intervista per Il Post: “ A Sanremo ci si andava per salvare la carriera”.
Questo fenomeno culminò con l’edizione del 2008, che fu la meno vista di sempre, riportando solamente il 35,6% di share. Per chi non sapesse a cosa mi riferisco, lo share è la percentuale derivata dal rapporto tra il numero di spettatori medio di un programma relativo a un determinato orario e il numero di spettatori che allo stesso momento sta usufruendo della televisione su altri canali.
Nel 2010, per concludere in bellezza (da intendersi ironico) quel periodo, la canzone di Emanuele Filiberto di Savoia, Pupo e del tenore Luca Canonici venne giudicata la peggiore della storia del festival.
Nel 2013 Fabio Fazio rilanciò il festival anche fuori dal Teatro Ariston e nelle radio. Questo, nonostante l’ancora basso numero di ascolti, fu l’inizio di una rivalutazione del festival, che da ora in avanti andrà solo a migliorare.
Con il Sanremo di Baglioni nel 2019 si raggiunse il culmine del cambiamento, con la rimozione definitiva dell’eliminazione dei cantanti proprio sotto loro insistenza per la paura che il loro personaggio pubblico venisse screditato come conseguenza. Come potete vedere anche dallo share, che si aggira intorno a 56,5%, la modifica fu molto apprezzata dal pubblico.
Grazie alla vittoria di Mahmood nello stesso anno, il Festival prese un’accezione più giovanile, regalando canzoni che si potessero adattare a qualunque fascia di età. Basta anche pensare semplicemente al Sanremo di quest’anno: la vittoria è andata a due cantanti giovani come Mamhood e Blanco, ma troviamo anche cantanti che vogliono continuare a seguire la tradizione, come Massimo Ranieri, oppure cantanti non giovanissimi ma che sono apprezzati perfino dagli adolescenti, come Gianni Morandi.
Eddy Anselmi, in un intervista sempre per Il Post, paragona il festival a "un banchetto di frutta", poiché c'è una grande varietà di melodie e la maggior parte delle persone riesce a trovare almeno una canzone che possa soddisfare i propri gusti.
Ultimo argomento di questo nostro viaggio: qualche record inerente il festival. Pronti? Via!
1. I cantanti che hanno vinto più festival sono Domenico Modugno e Claudio Villa con 4 festival a testa, mentre per le donne è Iva Zanicchi a detenere il record, con 3 festival.
2. Francesco Gabbani è l’unico cantante ad aver trionfato in entrambe le categorie in due edizioni consecutive: quella del 2016 nella categoria Nuove Proposte con il brano “Amen” e nel 2017 nella categoria Big con il famosissimo “Occidentali’s Karma”.
3. I cantanti più giovani ad aver vinto il Festival nella categoria Big sono Gigliola Cinquetti per le donne, nel 1964 a soli 16 anni, e Blanco per gli uomini, con la vittoria di quest’anno a 18 anni.
Concludo con una domanda: secondo voi il festival, lasciando un attimo da parte quanto esposto in questo articolo, è migliorato o peggiorato nel corso del tempo? Io penso che sia andato migliorando, ma qualcuno di voi potrebbe avere un parere contrario ed è per me importante sapere cosa ne pensate.
Il nostro viaggio nella storia del festival è finito, adesso restiamo in attesa di quello dell’anno prossimo!!