“Città di vapore”, l’opera edita postuma di Carlos Ruiz Zafón, sembra essere l’ultimo scampolo di essenza del famoso autore che, con i suoi romanzi, ha gettato luci malinconiche e perlacee su tutto il mondo. Un lembo di ombra frammentata, declinata in diverse storie e avventure ancora una volta intrise di “magia”, racconti che scorrono veloci e si incagliano in qualche anfratto tra le case popolari di Barcellona, ristagnano nelle biblioteche polverose vicine ai cimiteri, si inerpicano su per le guglie della Sagrada Familia. Eppure, per quanto molteplici e differenti sianoi destini trattati, gli occhiali tondi e la mano caparbia di Zafón si intravedono dietro ogni parola, scelta accuratamente per non interrompere la sensazione del lettore di star osservando una vecchia fotografia in bianco e nero. Dal primo all’ultimo capitolo tutto è un chiaroscuro: malinconia e passione troppo amalgamate per essere divise e individuate nella nebbia grigia che invade le strade di una Barcellona gotica che non perde mai fascino. Nella sua ultima opera Zafón decide di dare spazio a quei personaggi che nei libri precedenti aveva lasciato in secondo piano, onorandoli, raccontando le loro storie: ecco allora che nuovi particolari si incastrano nelle vicende precedenti, dettagli di pagine scritte anni prima vengono chiariti. Vi sono anche racconti nuovi, per la prima volta pubblicati in Italia, che costituiscono il cuore del libro: le avventure di Cervantes, così come il viaggio a New York di Antoni Gaudì assumono nuove forme per essere il degno proseguimento di quello che si potrebbe definire un proemio: una dedica a una bambina. Un giovanissimo ragazzo raccoglie le sue idee, articola trame per offrirle a Blanca, l’unica ragazza che sarà per lui degna di essere ricordata.
Luci e ombre: in quest’opera la luce non si può afferrare, la si può solo intravedere, intuire dalle immagini ingiallite che ne portano il segno passato. Le ombre, invece, sono morbide e sfumate, poi nette, preludi di violenza e custodi di possibilità.
Quest’ultima opera è profondamente impregnata della luce che ha sempre avvolto i romanzi di Carlos Ruiz Zafon: la consiglio vivamente, sia a chi ha già letto i suoi scritti sia a chi desidera immergersi per la prima volta nel mondo onirico e nebuloso che questo grande maestro ha saputo evocare.